Vivere un’esperienza all’estero ti garantisce due diverse reazioni classificabili in quelli che – ma che figata vorrei partire anche io. Quelli che – ma che coraggio io non lo so se lo farei mai. L’Expat è una versione moderna e sicuramente più affascinante del termine emigrante oppure espatriato. C’è chi decide di varcare il confine per trovare un lavoro, chi per tenere unita la famiglia, chi semplicemente per fare un’esperienza all’estero. C’è chi alla fine decide di ritornare nel proprio paese, chi decide di lasciarlo, per sempre.
Forse trasferirsi a vent’anni risulta più facile che a quaranta, soprattuto se si ha prole al seguito. Sicuramente trasferirsi all’estero è, per tutti, un salto nel buio.
Ricordo bene i primi giorni, al di là delle Alpi, all’inizio di un Novembre molto piovoso in un petit village del sud della Francia. Ricordo la sensazione di smarrimento e il punto interrogativo sulla testa a chiedersi: ma io che ci faccio qui? Non potevo rimanere a Roma? Casa mia? Ma i Francesi?
Ritrovarsi in una casa non tua, tra pile di scatoloni alla ricerca di oggetti familiari e realizzare di aver dimenticato gli asciugamani può essere traumatizzante.
Vivere in un paese diverso dal proprio è una esperienza totalizzante, sicuramente difficile all’inizio, ma altrettanto arricchente nel mentre, sia per adulti che per i bambini. Alla fine si sopravvive bene, soprattutto se non si ha paura di aderire troppo a degli stereotipi e ci si attrezza con una bella scorta di pasta, caffè, olio e parmigiano. Ci si adatta quando si supera il trauma di vivere senza le proprie abitudini non ripetibili altrove, se si va oltre la frustrazione dovuta alla padronanza della lingua pari a quella di un bambino di terza elementare. Se, poi, si è pronti a godere delle infinite mescolanze, il resto risulterà sicuramente in discesa anzi magari ci si ritroverà a vivere meglio di prima.
Io non sono andata molto lontano, ma varcare le Alpi mi ha fatto un grande regalo, mi ha donato uno slancio di vitalità del tutto inaspettato ed insperato. Slancio che si è spesso accompagnato ad uno nuovo sguardo, più curioso ed attento. Ho spolverato gli occhi, inforcato un paio di occhiali colorati ed ho spalancato l’ampia finestra che avevo davanti. Una volta affacciata, mi sono messa alla ricerca.
Perché se si dà allo sguardo la possibilità di guidare il tuo percorso capisci che è un’occasione unica per riempire la propria scorta di cose belle.
Le cose belle sono lì.
Le ritrovi nella piazza principale della Città animata sempre di persone, artisti di strada, biciclette, tram colorati e un carosello che gira senza sosta
Le ritrovi seduta su quella che io chiamavo la panchina riconcilia pensieri con vista sul vecchio Cinematographe
Le ritrovi in piccole bandierine colorate che spingono il mento all’insù e ti costringono a guardare il cielo
Le ritrovi alzando lo sguardo scorgendo finestre abitate da fiori e gatti curiosi
Le ritrovi in un messaggio inaspettato che ti invita a sorridere
Le ritrovi facendo una passeggiata al porto dove una barca dedicata all’amicizia ti fa venire voglia di telefonare ad un amico
Ci ritroviamo tra sette giorni per il secondo appuntamento con Expat Life.
Bianca Spina
Mi chiamo Bianca sono napoletana ma vivo a Roma. Sono appena rientrata in Italia dopo un periodo di vita da Expat in Francia, una parentesi intensa e meravigliosa. Mamma di due bimbe, porto dei grandi occhiali rossi, amo camminare guardando in su, osservare, fotografare e raccontare. Cerco di coltivare il buonumore e subisco il fascino ineluttabile della gentilezza e del sorriso.
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