Strumenti di viaggio
Se non conosci un Paese osserva il suo popolo. Tokyo sfiora il cielo e se sei abituato all’orizzonte basso e lineare di Roma, può essere vertiginosa. Tokyo è alta, slanciata, grattacieli come guglie a caccia di nuvole. Tokyo è veloce, senza esitazioni in poche settimane può ridisegnare il suo profilo. Tokyo è un meccanismo perfetto di cose che avvengono nel posto giusto al momento giusto. E’ a questo punto che ti pervade lo stordimento e inizi a osservare i giapponesi, per capire. A Omotesando, tra Harajuku e Shibuya, fervono le culture giovanili più estreme, fantasiose, visionarie. Poi, tra i palazzi griffati dei grandi stilisti internazionali e le gallerie d’arte, clic!, inizi a comprendere il Giappone: il futuro è niente senza il tuo passato.
Coppia giapponese nel quartiere trendy di Omote Sando a Tokyo
Il tassinaro in guanti bianchi, i soldi del resto consegnati con un inchino, il giardiniere che estirpa pochi ciuffi verdi di parietaria lungo la strada, lo spazzino che raccoglie sparute foglie sparse. Quando acquisti il biglietto ferroviario per Kamakura e la porta del tuo vagone si apre esattamente davanti alla piccola striscia che ti è stata indicata, sei pronto a sostenere lo stupore. Kamakura è protetta da montagne su tre lati e il quarto si apre sulla baia di Sagami, un fortino naturale che ci accoglie nel XII secolo, tra gli shogun del clan Minamoto, il tentativo di invasione mongola e 5 celebri templi. Il Grande Budda è alto 12 metri, pesa 100 tonnellate e raffigura l’Illuminato nella posizione del loto sotto la volta celeste. Nel grande corpo cavo c’è chi soffre l’afa e chi ascolta. Fuori, il gigante sembra farci un inchino.
Budda di Kamakura
Le geishe sono belle, ma non sono ciò che vedi. Sono artiste che con la musica, il canto e la danza trasformano la donna in opera d’arte. Solo dopo si declina il desiderio con l’amore. A Kyoto, tra le morbide stradine di Gion, si intrecciano le case di un mondo appartato e privato in cui l’intrattenimento si scioglie tra piacevoli conversazioni. Il via vai serale delle maiko, le apprendiste geishe, che dalle loro abitazioni si recano ai loro appuntamenti presso le varie case da tè, ancora oggi anima il quartiere, completamente restaurato secondo l’originaria bellezza e dichiarato bene culturale del Giappone.
Geisha a passeggio nel quartiere Gion
A Kyoto il Giappone ti parla del Silenzio. All’ingresso dei templi anche il vento paga il biglietto senza fare rumore. Poi, quando capisci che non è questione di timidezza ma di rispetto, sei già immobile alla ricerca della semplicità.
Chiara a Kyoyo
In pullman da Kyoto, direzione sudest tra tornanti di verde. Destinazione Shigaraki, Prefettura di Shiga. Approdo, Miho Museum. L’architetto Ieoh Ming Pei, l’autore della Piramide del Louvre, ha aperto una montagna, cesellato l’opera e ricucito tutto com’era, dalla cima al crinale. Sotto c’è un tesoro di oltre duemila pezzi d’arte, soprattutto antichità dell’Asia e del mondo occidentale, il sogno di un’ereditiera. Il bus si ferma, sguardi gentili ci indicano la via e il percorso verso il Museo è un’iniziazione. Un lungo tunnel di cemento pulito, filari di luce e in fondo un richiamo.
Ingresso Miho Museum
All’uscita c’è un ponte e oltre non si distingue tra natura e uomo. La somma è uno.
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Tutte le fotografie sono state scattate con iPhone6, non sono stati utilizzati filtri ed app di editing.
E’ un progetto fotografico #nofilter.