20.01.2014

L’Estetica

20.01.2014

L’Estetica

Ho iniziato ad utilizzare uno smartphone solo nel momento in cui ho saputo dell’esistenza di Instagram, come piattaforma di photo social sharing, per curiosità principalmente, per capire da dentro, la novità e le sue potenzialità.

Quindi verso la metà di Febbraio 2011, sono diventato in pochi giorni un utente appassionato, come pochi all’epoca (se di epoca si può parlare, sono passati solo tre anni!).

L’istantaneità è stata una delle prime forze che ha condizionato i miei primi mesi di utilizzo, e come spesso è accaduto un po’ a tutti, una dipendenza da questo strumento, così diverso dalla fotografia “tradizionale”. Dipendenza causata dalla novità principalmente, dal dover comprendere come funzionasse il mondo del ‘cattura e condividi’.

In questa fase, il vero protagonista è stato l’istinto. Osservare la realtà con un nuovo punto di vista, quello del device, il formato quadrato, o 6×6 delle tradizionali macchine in medio formato che conoscevo, ma con tutti i limiti di profondità di campo, di luce, di colori.

Chi non ha fotografato la tazzina di caffè in questa fase? Io l’ho fatto, lo ammetto, con una certa soddisfazione per aver messo a fuoco il soggetto con una luce che in quel momento mi sembrava accettabile. Anche le sfumature delle ombre le reputavo soddisfacenti.

Quell’istinto, nei giorni, ha avuto bisogno di nutrirsi dell’Estetica. Camminare per le strade della mia città, osservare o meglio, inseguire le scene di vita che si manifestavano di fronte a me, era necessario (con la lente nativa dell’iPhone4) e da esse, comporre una scena che mi soddisfacesse.

Come i piccioni di Piazza Maggiore a Bologna, le meravigliose evoluzioni su tappeti di gomma blu e rossi di alcune baby ginnaste, la luce e le ombre generate dai pomeriggi primaverili del Nord Italia.

Con lo studio quotidiano di questo nuovo linguaggio fotografico, ho iniziato a muovere la mia ricerca, dall’istantaneità del momento verso una coerenza estetica di ciò che producevo in immagini. Quindi un insieme di immagini che avessero tutte un ordine di esposizione, grazie anche all’utilizzo di filtri, app di editing come Camera+ in prima battuta, poi Snapseed ed ora tante altre, vedi VSCOcam, Afterlight.

E’ evidente quanto il lavoro e l’osservazione di una linea temporale, definibile dal proprio feed su Instagram, sia stato dinamico e suscettibile di un lento cambiamento. Ed è questo uno dei punti più affascinanti, poter vedere il proprio punto di vista mutato, in qualche anno, in base al proprio senso estetico, ma anche in base alle scelte consapevoli dettate dalla necessità di narrare il proprio punto di vista.

Personalmente, è stato determinante essere profondamente dentro l’altro lato di Instagram, ovvero la community. Non è cosa trascurabile avere un feedback passo dopo passo, da altri utenti, alcuni diventati amici, tra quelli che sono risultati essere determinanti per il mio approccio alla fotografia via mobile. Tra queste, non posso che citare KbastaSiri, Mia e fortunatamente anche il feedback costante, più offline che online di Cinzia, mia compagna all’inizio dell’avventura su Instagram, ora mia moglie.

Ancora e soprattutto oggi, dopo ormai tre anni, e qualche riflettore puntato sulla mia produzione fotografica (da Forbes, Chicago Tribune negli USA, all’Huffington Post e Repubblica in Italia) sento che ciò che ho creato è stato solo un passaggio momentaneo verso un altro tipo di estetica, che sento già mia in testa, ma ad oggi non ancora tradotta in fotografia.

L’Estetica

 

Simone Bramante // Brahmino
Storytelling, first.
Digital Creative Director / Photographer

http://instagram.com/brahmino
https://www.facebook.com/Brahmino
http://twitter.com/brahmino

 

Top
Our Brands