20.01.2015

AMERICA LATINA UN VIAGGIO SENZA AEREI, UN’OPPORTUNITÀ SENZA PARI

20.01.2015

AMERICA LATINA UN VIAGGIO SENZA AEREI, UN’OPPORTUNITÀ SENZA PARI

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Montevideo – Uruguay

ROMA – 11 Dicembre 2014, h 23.30 il nostro aereo è pronto al decollo. La voce del pilota ci informa sulle condizioni di volo e sul tragitto da percorrere. Le diverse sensazioni dei passeggeri accompagnano i nostri dubbi e aspettative. Ognuno immagina il suo futuro pensando al proprio presente. L’aereo é come una macchina del tempo: chiudiamo gli occhi e quando li riapriamo siamo già altrove, e soprattutto lontano.
Dieci ore passano subito e, appena usciamo fuori dall’aeroporto di Buenos Aires, il sole è già alto e forte. Una ventata di afa colpisce con violenza i nostri volti. L’inverno italiano é già finito e l’estate argentina è già iniziata, e con lei é iniziato anche il nostro viaggio.
Percorreremo 24.000 km, attraverso tutta l’America Latina, fino a Los Angeles. Ci vorranno almeno 8 mesi, durante i quali ci siamo promessi di non prendere aerei. Non sappiamo esattamente quanto impiegheremo, é impossibile stabilirlo da ora, e nemmeno possiamo definire con certezza il nostro percorso, ma per comodità abbiamo fissato solo due punti: l’inizio e la fine.

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 Barra de Valizas / Cabo Polonio – Uruguay

Per quest’immagine ho utilizzato un ottica “larga”, un 24mm per poter dare un senso di ampiezza al panorama che stavo fotografando.

Nel 1993 un importante giornalista italiano aveva deciso di fare una cosa simile: muoversi attraverso il continente asiatico in treno, senza mai prendere aerei. Alla base della sua decisione c’era la previsione nefasta di un indovino. Da quella tragica rivelazione, come spesso accade, sarebbe scaturita un’opportunità senza pari, e dopo molti anni, Terzani, avrebbe definito quell’esperienza come la più interessante della sua vita. Anche noi abbiamo deciso di seguire il nostro istinto: abbiamo deciso di lasciare la Terra Patria per portare avanti un progetto professionale e di vita. Vitamina Project (www.vitaminaproject.com). Risaliremo tutto il continente latinoamericano, raccogliendo materiale, studiando, ricercando, conoscendo. Per fare tutto ciò abbiamo pensato di muoverci principalmente con autobus locali, con barche lì dove è necessario, ma anche con mezzi privati, camminando, correndo.

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Punta del Diablo – Uruguay

Pensiamo che oggi, un viaggio senza aerei sia un salto nel tempo e nello spazio, che ci riconduce ad una dimensione lontana ed ignota; un viaggio fatto di compromessi, di scelte e di sacrifici. Una decisione non comune che si oppone con forza alla frenesia della nostra epoca e che ci proietta nella mente del nomade. Una necessità, quindi, oltre che un’opportunità: l’esigenza di riscoprire il valore del tempo e dello spazio, provando a tracciare un percorso attraverso le diversità dei popoli dell’America Latina.

Ecco quindi che il nostro viaggio senza aerei può rivelarsi un’analisi antropologica e sociologica. Un approccio specifico che però impone delle precise condizioni: seguire il “rumbo” ovvero la grande energia cosmica. Il flusso che ci guida e che ci fa proseguire apparentemente a caso, ma che in realtà segue un filo conduttore ben solido.

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La Pedrera – Uruguay

Quest’immagine è in contro-luce e per poter facilitare la lettura sia nella parte più scura dell’immagine senza sovra esporre eccessivamente l’esterno, è necessario misurare e calibrare bene la luce. Per poter far questo, è importante trovare il giusto rapporto tra diaframma e otturatore.

La pluridecennale tradizione latino americana dei “mochilleros”, ovvero dei viaggiatori zaino in spalla, parte proprio da questo presupposto. Il viaggio diventa perciò un percorso di ascesa, che mira essenzialmente ad una crescita personale e ad un’evoluzione della propria coscienza. Solo la conoscenza del territorio circostante, il confronto con gente e popoli diversi ci permettono di mettere in discussione il nostro universo quotidiano e di giungere ad un miglioramento. Diventare adulti è necessario. Seguire quel flusso che ci conduce alla maturità significa viaggiare con la mente aperta, sentendosi costantemente ospiti di una Natura molto più grande del nostro ego e di popoli molto più virtuosi e  coscienziosi dei nostri maestri.
Vogliamo tornare a sentire la Terra sotto i nostri piedi come il viandante o il pellegrino secoli fa.Vogliamo uscire dalla giungla urbana e raggiungere la selva naturale, che apparentemente ci insidia; in realtà ci osserva saggiamente, pronta ad accoglierci o a respingerci, a seconda della nostra predisposizione. Tutto dipende da noi. Sempre.

Il nostro viaggio comincia quindi da una volontà di ascoltare l’anima di un continente, così universale, umano ed ancora rurale: l’America Latina. Pensiamo che l’anima di questa America possa aiutarci ad indagare la nostra.
L’era dei conquistadores è ufficialmente terminata, quella dei viaggiatori, invece, non è mai finita. Essa rappresenta la storia del mondo e dell’umanità nella sua essenza più vera. Perciò fino a quando ci saranno uomini disposti a sacrificare le comodità della vita sedentaria in nome di una condizione (mentale) nomade, allora la Terra continuerà a girare ed il Mondo seguiterà ad esistere.

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Montevideo – Uruguay

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Barra de Valizas

In quest’immagine per poter ottenere l’effetto sfuocato ho mantenuto un diaframma molto aperto, in questo modo, mi è stato possibile ridurre la profondità di campo.

Giulia Magnaguagno

Rocco e Giulia, italiani, trentenni. Nella vita archeologo e fotografa. Insieme hanno creato Vitamina Project, un progetto che si propone di divulgare una filosofia di viaggio eco-sostenibile e low-budget, sempre attenta alle diversità dei popoli e delle culture.

Vitamina Project racconta di un lungo viaggio attraverso tutta l’America Latina: da Buenos Aires a Los Angeles senza mai prendere aerei. Un percorso antropologico e sociale che servirà a raccogliere materiale fotografico e scritto, fondamentale per la stesura dei prossimi volumi GUIDA VITAMINA, la prima guida-diario per viaggiatori

Li trovate qui:
www.vitaminaproject.com
vitaminaproject@gmail.com
FB: Vitamina Project
TW: VitaminaProject

Foto by Giulia Magg PHOTOGRAPHY

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