16.06.2015

COME FOTOGRAFARE ANIMALI SELVATICI… O QUASI

16.06.2015

COME FOTOGRAFARE ANIMALI SELVATICI… O QUASI

copertina

Nonostante la maggior parte delle persone viva in ambienti urbani, non è sempre necessario visitare posti esotici per fotografare degli animali selvatici.

E’ impressionante come molti animali si siano adattati al mondo umano in un modo incredibile. Molti sono riusciti ad integrarsi talmente bene che nemmeno ci accorgiamo che ci sono.

Falchi Pellegrini, Gheppi, Germani, Volpi… questi sono solo alcuni.

Se oltre alla fotografia ti piacciono anche la natura e gli animali selvatici allora quest’opportunità potrebbe essere una cosa da non lasciarsi scappare. Scattare delle fotografie a delle specie selvatiche è una delle esperienze più belle che ti possano capitare. Ma è anche una cosa molto difficile da fare.

Una volta mi ero prefissato di fotografare una volpe e ho passato molte giornate, finito lavoro, a visitare dei luoghi dove qualche fotografo aveva segnalato la sua presenza. Dopo innumerevoli giri, appostamenti e ore perse, mi sono trovato una mamma volpe con i piccoli a tre metri da me con la fotocamera.

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[foto di PAOLO MUTTI]

Ho realizzato una serie di foto che mi ha riempito il cuore e fatto dimenticare, in un solo istante, tutte le difficoltà incontrate.

Ecco alcuni consigli che voglio darti per renderti la cosa il più semplice possibile, anche se non posso garantirti nulla. Il bello della natura selvatica è anche questo: l’imprevedibilità.

LA PREPARAZIONE

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[foto di I.LARES]

Ho voluto mettere al primo posto la preparazione. Una cosa fondamentale, ma che spesso viene ignorata, è che non puoi scegliere di fotografare un determinato animale selvatico se prima non perdi del tempo per conoscere il suo comportamento, le sue abitudini e modi di fare.

Se non ti informi leggendo qualche libro, guardando qualche video o discutendo semplicemente della cosa con qualche altro appassionato di fotografia naturalistica (magari già più esperto di te), hai già perso in partenza. Difficilmente riuscirai a realizzare qualcosa di buono e presto la frustrazione prenderà il sopravvento facendoti abbandonare il progetto.

Arrivare preparati tuttavia non serve solo ad individuare e conoscere i comportamenti dell’animale selvatico; ma è necessario soprattutto perché questi animali sono molto sfuggenti e pertanto devi comprendere molto bene quali sono i parametri di scatto che dovrai utilizzare in quegli attimi importanti che ti capiteranno. Sarebbe un grande peccato sbagliare la foto per un errore d’impostazione della fotocamera, dopo aver magari atteso ore per vedere quella specie di animale.

Organizza l’uscita fotografica almeno un giorno prima, preparando lo zaino o borsa completa di tutte le attrezzature ed accessori che ti servono: batterie cariche, schede di memoria e non dimenticare anche qualche indumento. Non cadere nell’errore di portarti via tutto, potresti aver anche bisogno di camminare parecchio per raggiungere l’appostamento fotografico.

SCELTA DELL’OBIETTIVO

Per quanto riguarda l’aspetto degli obiettivi destinati alla fotografia naturalistica, non puoi far a meno di un teleobiettivo. Per questo genere di fotografia la focale non è mai troppo poca, specie se vuoi fotografare animali selvatici, pertanto ti servirà come minimo un obiettivo da 300mm di focale.

Tanti mi chiedono se possano andar bene obiettivi zoom come un 70–300mm o un 18–200mm. Personalmente li sconsiglio a causa dell’eccessiva escursione zoom. Gli obiettivi a focale fissa sono i migliori, anche perché sono in grado di lavorare bene se abbinati ad un moltiplicatore di focale (1.4x) che, appunto, permette di moltiplicarla.

SCELTA DELLA FOTOCAMERA

Parliamo di Reflex, anche le MIRRORLESS se la stanno cavando bene in questo senso, ma l’importante è che siano dotate di sensore APS-C. Questa tipologia di sensore, il più diffuso, ti permette di godere di un fattore d’ingrandimento maggiore, risultato così ottimo proprio per la fotografia naturalistica.

TREPPIEDE O MONOPIEDE

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Se utilizzi, come probabile, un teleobiettivo allora dovrai necessariamente scontrarti con il micro-mosso e vibrazioni causate dalla tua fotocamera e da te stesso nel momento preciso in cui fai la foto. Queste vibrazioni vengono amplificate in fase di scatto con un teleobiettivo, proprio come succede quando cerchi di guardare con un binocolo e sembra che tutto “tremi”.

Per risolvere questa cosa puoi sfruttare lo stabilizzatore, presente nella fotocamera o nell’obiettivo stesso, oppure scegliere la soluzione più tradizionale – ma più efficace – usando un treppiede o monopiede. Manfrotto®, leader in questo campo, offre un’infinità di prodotti idonei per la fotografia naturalistica. Io personalmente consiglierei la serie 055 oppure 190, le migliori in assoluto e compromesso ideale tra peso, portabilità ed ingombri.

IL METEO

A volte ti capiterà di organizzarti per bene ma poi trovarti una giornata di pioggia appena apri la porta per uscire. Non devi farne un dramma. Con la pioggia gli animali fanno più fatica a muoversi, se poi cerchi di fotografare uccelli allora il vento sarà un tuo alleato perché diventerà per loro più difficile volare in queste condizioni e di conseguenza si lasciano “fotografare” più facilmente purché non ti avvicini troppo. Se hai paura di rovinare la tua attrezzatura fotografica puoi trovare tanti accessori on-line idonei alla protezione dalla pioggia, ma anche un semplice sacchetto di plastica ben avvolto può bastare.

LE CONDIZIONI LUMINOSE

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Come in tutti i generi fotografici, l’illuminazione è l’elemento fondamentale che devi tenere in considerazione. Alba e tramonto la fanno da padrona e sembra che tutto danzi attorno a questi due periodi della giornata.

Anche gli animali selvatici tendono ad essere più attivi in questi momenti del giorno, spesso perché sono alla ricerca di cibo. Questo comporta una necessità fondamentale che devi tenere in considerazione: non puoi fare fotografia naturalistica uscendo alle 10 del mattino.

Tra l’altro, sotto l’aspetto strettamente creativo, quanto è bello catturare una scena durante un tramonto o al sorgere del sole?

LA PRATICA

Nella fotografia tradizionale, se così vogliamo chiamarla, la composizione può fare la differenza tra una foto riuscita e una da scartare. La fotografia naturalistica di animali selvatici non è esente da questa cosa.

LA REGOLA DEI TERZI

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Quando fotografi specie selvatiche va considerato che gli attimi utili per scattare sono veramente limitati. Saranno rare le volte nelle quali avrai le opportunità di ricercare composizioni molto sofisticate, pertanto il consiglio che ti posso dare è di basarti sulla semplice ma efficace regola dei terzi.

Il trucco per ottenere delle buone foto basandosi sulla regola dei terzi consiste nel lasciare lo spazio maggiore del fotogramma – 2/3 in genere – nella direzione dove l’animale sta guardando o si sta muovendo. Questo rende la composizione più dinamica e dà respiro nella disposizione degli elementi.

CAMBIA LA PROSPETTIVA

La nostra mente si abitua alle cose ripetitive e con il tempo non le percepisce più come interessanti. Le foto non sono escluse da questo processo mentale, pertanto è assolutamente normale se realizzate sempre dallo stesso punto di vista risultino di poco interesse.

Quando fotografi degli animali a terra non rimanere in piedi. Questo è lo stesso punto di vista che avrebbe qualsiasi persona; prova invece a porre la fotocamera quasi al livello del suolo. Se usi un treppiede allarga le gambe o riduci l’estensione delle aste in modo che la fotocamera si trovi a 30cm da terra. Da questo punto di vista, anche se il soggetto non cambia, la foto diventa immediatamente più interessante per l’osservatore.

ATTENZIONE AGLI OCCHI

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[Foto di DANIELE PACCALONI]

Una regola fondamentale quando si fa fotografia di ritratto è quella di ottenere gli occhi nitidi dei soggetti fotografati. Fotografare un animale selvatico non è diverso. Se fai una foto ad un animale accertati che la messa a fuoco renda gli occhi nitidi, privi di micro sfocature o micro-mosso.

METODO DI SCATTO

Per la fotografia naturalistica di animali selvatici potresti pensare che la modalità di scatto più adatta, per sopperire alla fugacità dei soggetti, sia la priorità di tempo. In realtà non è così. La modalità di scatto che mi sento di suggerirti è quello della Priorità di Apertura (o diaframma).

Con questa modalità puoi impostare il diaframma al valore massimo di apertura (ad esempio f/4) ed avere la garanzia che la fotocamera imposterà il tempo di scatto più rapido possibile in quelle condizioni luminose, in base agli ISO selezionati.

E SE IL TEMPO DI SCATTO E’ ANCORA TROPPO LENTO?

Se hai aperto al massimo il diaframma ma il tempo di scatto è ancora troppo lento non devi far altro che aumentare la sensibilità ISO della tua fotocamera. Hai paura che questo generi del rumore digitale che rovina l’immagine? Non sbagli. E’ un possibile effetto collaterale, ma ti assicuro che è meglio un po’ di rumore digitale da sistemare in post-produzione che un’immagine mossa che non si può recuperare.

PERSEVERANZA

Ti capiterà di trovare degli amici che riescono a fotografare al primo colpo la specie ricercata, mentre tu magari hai passato giorni in appostamento senza risultati. Non devi farti abbattere, quella si chiama fortuna e non si può controllare, mentre tu stai puntando sulla perseveranza. Un dono che se riuscirai a far tuo ti permetterà di ottenere molti più risultati nel tempo. Garantito!

DOVE ANDARE

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[Foto di DANIELE PACCALONI]

All’inizio ho detto che non serve visitare luoghi esotici per trovare degli animali selvatici, magari rari. Ed è proprio così.

I parchi pubblici sono degli aggregatori di specie animali incredibili. Se cominci ad interessarti di ornitologia scoprirai ben presto che il parco nel quale ti rechi in pausa pranzo è frequentato da molte specie rare.

I laghi. Se abiti in una zona densamente abitata, ma con la presenza di qualche lago artificiale di modeste dimensioni, non è raro ritrovare in quel posto animali interessanti.

IL TUO GIARDINO

Se hai la fortuna di avere un giardino, crea delle attrezzature che servono per attirare gli animali. Una mangiatoia con del cibo idoneo (non mettere del cibo improvvisato, potresti anche causarne la morte) è una calamita per gli animali che in breve tempo, specie in inverno, lo frequenteranno in modo abitudinario. Se decidi di fare questa cosa nel periodo invernale devi prenderti l’impegno per tutta la stagione, fino alla primavera. Se interrompi la fornitura di cibo a metà invernata rischi di condannare a morte gli animali che frequentano abitualmente il tuo giardino.

Alessio Furlan

Fotografo freelance, insegnante di fotografia, autore e blogger.

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