Il progetto fotografico “Forgotten Places” è nato a cavallo tra il 2014-2015, tutt’oggi ancora attivo, con l’intento di raccontare e trasportare l’osservatore all’interno di realtà dimenticate, abbandonate, lasciate al loro degrado e simbolo di una società contemporanea ormai non più in grado di dialogare con i luoghi, ma soprattutto tracciando spesso ferite profonde sul territorio. Il progetto vuole dare sfogo e voce a queste “presenze”: edifici, luoghi, ambienti, nati spesso all’interno di aree verdi, abbandonati e dimenticati.
Per motivi di sicurezza e di permessi speciali per visitarli, non mi è possibile comunicare l’ubicazione dei luoghi ritratti, ma la maggior parte di questi si trovano in Toscana. Il progetto è ancora attivo, il mio intento è quello di chiuderlo a breve e realizzare un’esposizione fotografica a tema.
Attrezzatura utilizzata
Per questo progetto Urbex che ho intrapreso un anno fa circa mi sono servito di un corpo macchina DSRL e di obiettivi per la maggior parte grandangolari. Ho scelto un cavalletto leggero, Manfrotto Compact, che mi permettesse di muovermi velocemente e senza troppi intralci, pur mantenendo una buona stabilità all’immagine.
Descrizione
Un locale caldaia in disuso. Tre grandi caldaie sullo sfondo si contrappongono al primo piano fatto di tubazioni e canali, quasi come fossero dei soggetti “organici” ormai privi di vita.
Un piccolo teatro che si trovava all’interno di una struttura sanitaria. Aveva lo scopo di intrattenere i pazienti con piccole rappresentazioni. Qualcuno ha riposto con ordine le sedute, un ordine che contrasta però con lo stato di degrado dei luoghi.
E’ forse lo scatto che testimonia con più forza lo spreco di apparecchiature, ma soprattutto di denaro.
Una volta l’uomo costruiva altari, templi, per adorare gli dei, si concentrava nell’ordine e nella realizzazione di architetture armoniche in comunione con il territorio e gli abitanti di quest’ultimo. Questa foto testimonia quanto oggi l’uomo “moderno” si sia allontanato da tutto ciò: le sue costruzioni nascono all’interno di aree verdi, abusi in territori spesso protetti, i suoi templi sono edifici di ferro e cemento, spesso lasciati al degrado e all’abbandono.
Una piccola cappella costruita all’interno di una struttura ospedaliera accoglieva spesso le ultime preghiere dei pazienti. Oggi lasciata al suo totale abbandono, meta di vandali e writers.
Una macchina per le radiografie. La foto è stata ripresa dal centro per enfatizzare e mettere in primo piano questo elemento. Sul pavimento delle stanze adiacenti centinaia di referti medici e cartelle cliniche contenenti lastre e radiografie.
Un vano scale interno in un ex ospedale. La foto è stata realizzata tenendo in sospensione il cavalletto con autoscatto sulla macchina per cercare di prendere tutto lo sviluppo centrale della scala, enfatizzandone il vuoto e il buio alla fine del percorso.
Andrea Celli
Ho iniziato a scattare le prime foto con le macchine analogiche di mio padre: reflex, compatte, spesso “usa e getta” in cartone, quando ancora si spedivano i rullini ai laboratori fotografici e si andavano a ritirare le foto dopo qualche giorno. Il mio rapporto con la fotografia però è sbocciato definitivamente durante gli studi universitari, dove ho iniziato a coltivarne la passione e a seguire i primi corsi di tecnica e formazione fotografica, accompagnandoli a quelli di grafica e di tecniche della rappresentazione.
Ho sempre apprezzato le straordinarie possibilità della fotografia, non solo come “mezzo puramente descrittivo”, ma principalmente come “strumento creativo”. Guidato dalla passione per i viaggi, i miei interessi convergono soprattutto nel reportage, nella fotografica street e in quella di paesaggio. Il mio obiettivo è raccontare storie.
Web: http://www.andreacelliphotography.com/
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