06.01.2016

L’Islanda che non ti aspetti

06.01.2016

L’Islanda che non ti aspetti

Seljalandsfoss Waterfall - Iceland - Travel photography

Se pensate all’Islanda probabilmente anche voi, come noi, avrete in mente sorgenti di acqua calda in mezzo al nulla, fiotti bollenti che escono quando meno te lo aspetti, strade sconfinate, cascate, paesaggi incantevoli che ti permettono di capire perfettamente il motivo per cui questa è una delle terre più amate dai viaggiatori, meta ambita da chiunque ami la natura e la fotografia. In realtà oltre a tutto questo in Islanda c’è di più: un vero e proprio patrimonio gastronomico poco conosciuto e che merita un approfondimento particolare. Perché viaggiare, per noi, è anche mangiare.

Il baccalà

La nostra tradizione gastronomica italiana ci autorizza a mangiare baccalà, o almeno autorizza molti di noi, praticamente da sempre. Lo mangiamo fritto, al forno, in padella ma lo sapete che molto del baccalà che portiamo sulle nostre tavole, almeno da Roma in giù, arriva proprio dall’Islanda? La produzione di baccalà è immensa e il baccalà è una delle risorse più importanti per l’economia, quasi al pari del turismo: nonostante sia di sostentamento a tante famiglie a livello economico, non è però uno dei cibi più importanti per gli islandesi che non lo consumano quasi mai se non essiccato come snack da sgranocchiare (insieme all’hardfiskur, l’eglefino imburrato e affumicato).

baccala

Lo skyr

Qualcuno lo confonde erroneamente con il classico yogurt per via della sua versione commerciale ma lo skyr è un formaggio cremoso, a pasta più o meno molle, nato secoli fa come cibo povero e utilizzato anche per conservare altri alimenti, la carne in primis. Il sapore dello skyr originale è molto forte ed è per questo che oggi lo si mescola con latte o panna e zucchero per conferirgli un sapore socialmente accettabile; mangiato con i frutti di bosco o con del miele è semplicemente delizioso. Una piccola curiosità: oggi lo si trova ovunque nei supermercati ma l’Islanda sta cercando di ottenere per lo skyr la denominazione di origine controllata grazie anche allo sforzo di Slow Food così da evitare duplicazioni che non rendono giustizia all’originale.

skyr

L’hákarl

Il nome potrebbe non dirvi niente ma il sapore, statene certi se avrete il coraggio di assaggiarlo, non potrà lasciarvi indifferenti: si tratta dello squalo fermentato, ovvero squalo lasciato marcire per un numero imprecisato di mesi fin quando il veleno della sua carne si perde e resta un fortissimo odore di ammoniaca, dovuto proprio alla putrefazione delle carni. In molti ricordiamo la faccia disgustata, con tanto di corsa subitanea al bagno dopo l’assaggio, di Gordon Ramsay.

squalo

La zuppa di aragosta

Bjork l’ha definita uno dei piatti islandesi per eccellenza e noi non possiamo che concordare: con il suo sapore peculiare e allo stesso tempo delicato, la zuppa di aragosta è il piatto perfetto per affrontare le lunghe giornate di buio islandese in inverno ma anche le lunghe giornate estive. Qualcuno la serve dentro il pane a lievitazione naturale, altri la accompagnano al pane. In tutti i casi, un must da provare.

zuppa-aragoste

La torta meringata

L’abbondanza di latte ha fatto in modo che la meringa ripiena di panna montata diventasse il dolce nazionale islandese per eccellenza. Descriverne la bontà è praticamente impossibile ma sappiate che, stando alle ultime rilevazioni, l’Islanda sta diventando uno dei Paesi con il tasso di obesità più alto in assoluto… un motivo ci sarà!

meringata

Il Brennivin

Non si può lasciare l’Islanda senza aver assaggiato il Brennivin, una specie di grappa islandese ottenuta dalla fermentazione delle patate insaporite con semi di cumino. Immaginatelo servito come da tradizione insieme all’hakral e vi renderete presto conto che quello che vi sembra un sapore forte in realtà è meno forte e anzi stempera il sapore dello squalo fermentato.

brennivin

Se poi vi viene fame e non sapete come placarla il consiglio è uno solo: un ottimo hot dog da acquistare rigorosamente in uno dei chioschi presenti in tutte le città e in tutte le stazioni di rifornimento. Chiedetelo con ketchup, remoulade, cipolle fritte e crude e mostarda… per smaltire c’è sempre tempo, basta anche solo un tuffo alla Laguna Blu.

laguna-blu

Come abbiamo scattato le foto di cibo in Islanda, in inverno

Avendo visitato l’Islanda in pieno inverno abbiamo lavorato con un massimo di 4 ore di luce al giorno quindi quando abbiamo scattato le foto abbiamo dovuto tenere a mente una serie di regole che ci hanno permesso, una volta tornati a casa, di processare gli scatti al meglio e renderli “vivi”.  Ecco qualche indicazione utile per voi:

  • Scattate in RAW per poter modificare colori (nei ristoranti spesso scegliere il giusto bilanciamento del colore è estremamente complesso), ombre e luci al computer;
  • Scattare alla massima apertura così da far entrare maggior luce naturale nel diaframma e poter lavorare a bassi ISO ed evitare foto troppo rumorose;
  • Usare possibilmente lenti stabilizzate o scattare in modalità Burst per ottenere foto nitide e lavorare con una ridotta velocità dell’otturatore (sempre per evitare di lavorare ad alti ISO);
  • Quando possibile l’ideale sarebbe utilizzare un cavalletto così da poter scattare ad una velocità del diaframma più bassa e lavorare a bassi ISO;
  • In casi estremi, aumentare gli ISO se la macchina fotografica ve lo permette.

Un esempio di settaggi classici se vi trovate in Islanda (o posti simili) in inverno e dovete scattare foto di cibo è il seguente:

  • Focale 85mm su corpo full frame o 50mm su crop sensor
  • Apertura F2.8
  • Velocità 1/40 o 1/60
  • ISO 800 o 1600

Testo di Veruska Anconitano
Foto di Giuseppe Milo

La Cuochina Sopraffina è il blog di cucina e viaggi culinari di Veruska Anconitano. Nella vita io mi occupo di marketing e comunicazione e lavoro a stretto contatto con Giuseppe, il fotografo che si occupa delle foto e anche della parte tecnica del sito (e che è anche mio marito e partner lavorativo!). Difficilmente ci trovate nello stesso posto perché prendere un aereo, per noi, è come lavarci i denti la mattina. Insieme viaggiamo alla scoperta del mondo con l’attrezzatura fotografica e la forchetta sempre pronta. 

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