22.01.2016

Fotografare Annecy di notte e i laghi di montagna con il treppiede 190CXPRO4

22.01.2016

Fotografare Annecy di notte e i laghi di montagna con il treppiede 190CXPRO4

Annecy è chiamata la “Venezia delle Alpi” per via dei numerosi canali che attraversano la città vecchia. Questa caratteristica la rende estremamente popolare tra i turisti… perciò è stata protagonista di infiniti scatti! In quanto abitante di Annecy, ho sempre desiderato scattare fotografie che riescano a esaltare la bellezza del luogo, mostrando i canali, il lago e le pittoresche architetture della città vecchia. Avevo perciò bisogno di un treppiede che mi permettesse una lunga esposizione (sia di giorno che di notte), così da poter attendere il momento in cui le acque del lago sarebbero state immobili, per meglio catturare le luci che si riflettevano su di esse. Siccome amo anche scattare fotografie durante escursioni in montagna, era necessario che il treppiede fosse solido, stabile, maneggevole, compatto e non (troppo) pesante. In una parola, doveva essere PERFETTO! Ho quindi scelto il modello 190CXPRO4, fissato con la giuntura 3D MHXPRO-3W, che permette una perfetta regolazione delle assi.

Sessione fotografica ad Annecy

Sono stato immediatamente colpito dalla qualità della manifattura: è un prodotto incredibilmente resistente! Il mio vecchio treppiede in alluminio era certamente leggero, ma troppo instabile, e, soprattutto, non era abbastanza resistente perché potessi portarlo con me in tutte le mie avventure… Non potevo più aspettare. Avevo bisogno di un nuovo treppiede!

Avevo già in mente quali luoghi avrei immortalato, perciò “tutto ciò che restava da fare” era recarmi sul posto e scattare. Una volta lì, mi sono bastati pochi gesti per stendere le gambe del treppiede e, una volta in posizione, non si è più mosso! Lo stesso vale per la custodia fissata al supporto in magnesio. I piedi aderiscono perfettamente al suolo (anche alle superfici più scivolose), perciò non mi preoccupava l’idea di avvicinarmi molto alle rive del lago, nonostante il peso dello zaino e degli obiettivi e del numero di carrozzine, biciclette e scooter presenti, vista la popolarità del luogo. Il risultato è stata una serie di scatti in cui l’immobile superficie del lago Annecy riesce a infondere un’enorme serenità. Per ottenere questo risultato in condizioni di luce intensa, ho utilizzato un filtro ND (grigio, con densità naturale), in modo da raggiungere un’esposizione della durata di 30 secondi.

Immagine 1

Mi sono quindi diretto verso la città vecchia, in cui il suolo, caratterizzato da strade di pietra e vicoli di sanpietrini, è molto più regolare. A questo punto ho dovuto regolare l’altezza di ogni gamba, ma è stato un processo facile e veloce, infatti la giuntura è dotata di un meccanismo di regolazione autonomo (della resistenza, per ottenere un maggiore o minore grado di “frizione”), che è molto preciso (con 3 livelli sferici e uno circolare). Con l’ulteriore aiuto fornito dalla griglia interna della fotocamera, sono riuscito a regolare al meglio le linee orizzontali e verticali, il che è indispensabile per la fotografia di paesaggi urbani. Trovo che sia più conveniente impiegare un po’ più di tempo per perfezionare uno scatto che metterci il doppio, triplo o quadruplo del tempo per ottenere un determinato risultato durante la post-elaborazione.

Immagine 2

Immagine 3

Date le dimensioni ridotte delle banchine, è piuttosto complesso trovare le inquadrature migliori e, mentre componevo le mie immagini, capitava a volte che in primo piano inquadrassi delle ringhiere. Ho quindi deciso di giocare liberamente con il bilanciamento delle immagini (1/2; 1/3…). Per farlo, ho usato il treppiede a colonna per innalzare la fotocamera a 1,8 metri. Siccome si trovava più in alto rispetto a me, ho lavorato in LiveView.

Immagine 4

Immagine 5

Essendo regolabile orizzontalmente, funziona come un braccio estendibile e permette una grande libertà di movimento, perfetta per trovare l’angolazione adatta ad ogni scatto. Lo utilizzo anche per inquadrature con un alto angolo verticale.

Il treppiede 190CXPRO4 durante un’escursione in montagna

Ho accennato al fatto che stavo cercando un treppiede multifunzione che potessi utilizzare anche in montagna. Non lo porto sempre con me, ma lo faccio quando mi reco nei pressi di laghi, corsi d’acqua (fiumi, cascate…) e quando parto molto presto al mattino. Ho scelto il treppiede 190CXPRO4 per le sue 4 sezioni telescopiche (più compatte), che lo rendono adatto ad essere trasportato a lato del mio zaino da escursionismo. Infatti, da piegato, il treppiede misura esattamente quanto il m55 cm io zaino Offroad da 30L e solo la giuntura sporgeva di qualche centimetro.

Immagine 6

Le fotografie di seguito sono state scattate durante una gita presso Maurienne: l’adattabilità del treppiede ad ogni tipo di terreno, la sua stabilità e resistenza mi hanno permesso di immortalare splendidi paesaggi posizionandolo direttamente nell’acqua. In questo modo ho potuto tenere la fotocamera reflex il più vicino possibile all’acqua. Ho anche utilizzato un obiettivo polarizzato per eliminare i riflessi e mettere in risalto le pietre sotto la superficie.

Immagine 7

Immagine 8

Non ho resistito alla tentazione di scattare qualche fotografia panoramica. Quando cercate di scattare una serie di fotografie a mano libera, vi scontrate con due problemi: innanzitutto la linea orizzontale è sempre un po’ approssimativa, inoltre la rotazione non sarà perfettamente in linea con l’asse verticale, il che può causare divergenze di allineamento nei primi piani delle vostre immagini, che, a loro volta, possono creare problemi in fase di elaborazione. L’uso di un treppiede con una giuntura 3D risolve questi problemi. In questo caso, ho approfittato della stabilità del treppiede per impostare un’esposizione di 30 secondi (con un filtro ND), per rendere più uniforme la superficie dell’acqua, leggermente increspata dal vento.

Immagine 9

Immagine 10

Anche se non è il treppiede più leggero della linea Manfrotto, la scelta della fibra di carbonio rende il peso decisamente sostenibile. Considerate comunque che questo fa parte del gioco quando si desidera scattare fotografie in montagna e, ve lo assicuro, non ve ne pentirete!

Co-editore del blog di fotografia Trace Ta Route, amo l’arte e la natura, soprattutto gli spazi aperti, infiniti e fuori dai sentieri battuti, anche deserti o praticamente vuoti. Sono particolarmente sensibile al sublime, il senso estetico del silenzio e del vuoto, oltre ad essere influenzato dal lavoro di Caspar David Friedrich, Edward Hopper, Luc Tuymans, Hiroshi Sugimoto, Andreas Gursky, Candida Höfer, Bernd e Hilla Becher Andres Serrano, Eric Poitevin, Michelangelo Antonioni, Gus Van Sant…

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