04.02.2016

Fare foto alle persone, durante un viaggio

04.02.2016

Fare foto alle persone, durante un viaggio

Mi piace scorrere gallery fotografiche, è così che spesso prendo ispirazione per i miei prossimi viaggi e, lo ammetto, in questi casi mi faccio catturare dalle immagini che ritraggono persone intente a svolgere una qualsiasi attività che, in un solo istante rubato, racchiudono l’essenza di un Paese intero.

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Fotografare le persone è un ottimo modo per parlare attraverso le immagini di tradizioni, usanze culturali, ideologie di pensiero e molto altro.
Quando si scattano foto a persone in viaggio la prima cosa da sottolineare riguarda sicuramente il modo in cui ci appropriamo di un’immagine: il soggetto può essere cosciente e quindi dare il proprio consenso, e allora si parla di ritratto, oppure può trattarsi di scatti istantanei, presi ad un soggetto ignaro.

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Io lo ammetto, sono un’appassionata di scatti rubati ai volti di persone che non sapendo di essere presi di mira mantengono la genuinità sia nei gesti che nello sguardo.

In viaggio però bisogna fare spesso attenzione a chi si fotografa e alle circostanze, per non urtare la sensibilità di persone che semplicemente non hanno piacere. Addirittura esistono luoghi dove è proibito, o non raccomandato, fare foto alle persone a causa delle loro credenze o usanze. In un paesino del Chiapas, in Messico, ad esempio mi è capitato di non potere fare foto agli abitanti del villaggio perché questi credono che le foto catturino l’anima. Guai a prendere sotto gamba le raccomandazioni; ho sentito di fotografi che sono stati aggrediti per non aver rispettato queste poche regole che comunque sono la base del buon senso.

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In alcuni vicoli della Medina di Marrakesh, o a Malindi, in Kenya, ci sono veri e propri divieti scritti a caratteri cubitali che vietano di fare foto ai lavoratori. E questi sono solo degli esempi. Parola d’ordine: rispetto.
Un’altra cosa da tenere a mente riguarda l’inquadratura del soggetto, io preferisco porlo su un lato in modo che non sia al centro della foto.

Per scattare, uso quasi sempre una focale che mi permetta di restare abbastanza lontana dal soggetto in modo che questo non si senta troppo osservato. Lo faccio perché spesso mi accade di fermarmi agli angoli delle strade, lasciar scorrere il tempo e poi scegliere il mio soggetto con tutta calma.

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Un buon consiglio che ho avuto tempo fa da un amico fotografo mi ha permesso di migliorare la messa a fuoco sui soggetti nonostante la poca profondità di campo: bisogna puntare sempre all’occhio del soggetto più vicino alla macchina fotografica.
Per me il contesto di una foto è importantissimo, soprattutto quando si è in viaggio e l’intento è quello di riportare scene di vita vera.

riposo

I mercati, ad esempio, sono luoghi perfetti per catturare attimi di autenticità quotidiana.
Veniamo ora all’ultimo consiglio ma non per questo meno importante: la luce.

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Una buona illuminazione è essenziale per favorire la riuscita della foto. Per questo, trovare un ambiente con una luce diffusa ovunque, meglio se naturale, rende più semplice lo scatto. Anche giocare con le ombre ha il suo fascino, soprattutto in determinate situazioni piuttosto drammatiche, ma è sicuramente più difficile portare a casa un risultato degno di nota.

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Il segreto? Provare, provare e ancora provare!

Stefania Pozzi

Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio. Scrivo solo quello che il mio cuore vede, non verità assolute. Dei luoghi che visito mi piace assaporare le sensazioni vere. Accantono le comodità per vivere pienamente la gente e il territorio.  Amo dilettarmi a fare foto con predilezione per la fotografia di strada. Mi piace mischiarmi con i popoli e cogliere frammenti della cultura locale.

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